La gerarchia degli Immortali Taoisti

Molti immortali sono rappresentati iconograficamente con aspetto umano, ma non di rado mostrano anche attributi quali ali, code, estremità fiammeggianti ed altre caratteristiche sovrumane o divine. A queste si uniscono abilità che l'uomo comune non possiede, come sopravvivere senza cibo o acqua a tempo indefinito, immergersi negli abissi del mare, volare nel cielo, camminare sull'acqua, cavalcare draghi o ammansire bestie feroci e molto altro.
Come accade nella maggior parte delle organizzazioni umane – civili, militari, religiose o scolastiche che siano – anche i personaggi afferenti al mondo soprannaturale sono spesso suddivisi in gerarchie.

In Occidente, conosciamo l'ordinamento dettato dalla mitologia greco-romana, con gli dei dell'Olimpo, e poi semidei, ninfe e così via; lo stesso possiamo dire per quanto riguarda le mitologie norrene oppure quelle celtiche. Nel campo della religione cattolica invece, una divisione gerarchica evidente è quella che riguarda le schiere angeliche, divise in Serafini, Cherubini, Troni, Dominazioni, Virtù, Potestà, Principati, Arcangeli e Angeli, ciascuna con i suoi attributi, le sue caratteristiche e particolarità.

Non stupisce quindi che anche nell'ambito del Taoismo abbiamo una suddivisione simile, riferita agli Immortali, personaggi mitici e sorta di anello di congiunzione tra gli esseri umani e divini.

La gerarchia taoista

La gerarchia taoista è usualmente divisa in cinque livelli, indicata con i caratteri 五品仙人 (wǔ pǐn xiān rén), che è interessante analizzare nel dettaglio.
五(wǔ) indica il numero cinque;
品 (pǐn) utilizzato nel significato di grado, livello gerarchico o qualitativo, posto in graduatoria, classe o rango;
仙人(xiān ren) indicano un Immortale taoista o un essere celeste.

Il primo carattere non offre particolari spunti di riflessione, se non quelli legati alla modalità in cui si è giunti alla sua forma odierna; Sebbene il carattere sia composto effettivamente ci cinque linee, queste sono disposte in maniera meno lineare rispetto ai caratteri con cui vengono indicati i primi tra numeri, ovvero一, 二 e 三. Una prima ipotesi è che anche il 4 e il 5 fossero indicati con dei tratti paralleli ma che poi, nell’uso comune, alcuni di questi si siano confusi ed uniti, differenziandosi poi per dare origine ai caratteri che oggi conosciamo.

Una altra ipotesi deriva dalla forma in cui il numero 5 era espresso nelle sue forme più antiche, dove appariva come un quadratino, mentre sulle ossa oracolari e nelle iscrizioni in bronzo appariva come una sorta di clessidra, composto da X con una barra in alto e in basso. Non c’è una spiegazione certa su come si sia giunti a questo ideogramma, ma una ipotesi spiega che questo segno sia stato utilizzato come pittogramma per significare cinque perché indicherebbe una mano aperta con le dita stilizzate, utilizzate per contare fino a cinque, con la linea superiore che indicherebbe che tutte le dita sono state utilizzate.

Passando al secondo carattere 品 (pǐn), che esprime il concetto di rango, livello gerarchico, grado, notiamo che è composto da un pittogramma che riproduce l’immagine di tre bocche aperte ed ha diversi significati, tra i quali – oltre a quelli che ci interessano – ci sono: articolo; merce; carattere; disposizione; natura; temperamento; varietà; assaggiare qualcosa; campionare; criticare; commentare; giudicare; ridimensionare.

Altrettanto interessanti sono gli ultimi due caratteri 仙人(xiān ren), che uniti esprimono l'immagine di un uomo di montagna e quindi sono la rappresentazione ideale per quegli eremiti che si ritiravano a vivere in grotte e caverne quasi inaccessibili, situate sulle vette di aspre montagne, al fine di coltivare la loro vita ascetica che li avrebbe portati a raggiungere il livello di uomini con qualità quasi divine, definiti per l'appunto Immortali. Volendo approfondire la forma di questi caratteri, possiamo notare che si tratta di due pittogrammi che presi singolarmente indicano rispettivamente 仙 (xiān) un essere celeste e 人 (rén) un uomo. 

Il carattere 仙 (xiān) è un ideogramma fono-semantico, composto dal radicale 亻con il significato di persona, essere umano (si tratta, in effetti, dello stesso carattere 人 rén, ridotto nelle dimensioni e nella forma) e dal pittogramma con valore fonetico山 (shān, con il significato di montagna) che uniti rappresentano – come detto - una persona che va su una montagna per esercitarsi a diventare immortale. Nella sua forma originale, questo carattere era più complesso, poiché era 僊 e la sua forma attuale è attestata per la prima volta nella scrittura clericale della dinastia Han, che governò la Cina dal 206 a.C. al 220 d.C. Si tratta quindi di una parola relativamente tarda, forse derivata dal vocabolario sino-tibetano, poiché presenta similitudini fonetiche e semantiche con i termini tibetani གཤེན  (gshen, “sciamano”) e  གཤེན་རབ  (gshen rab, “ Shenrab”, ovvero il fondatore della religione tibetana Bon. Altri studiosi riscontrano invece le analogie fonetiche con il termine proto-sino-tibetano *s[ă]n, che indica una specie di demone, paragonandolo al tibetano བསེན་མོ  (bsen mo, “diavolo femmina”) e Jingpho sawn  (“femmina maligna”), con significato però sostanzialmente contrario a quello del nostro termine in esame.

Una singolarità che salta agli occhi è che il complesso 仙人(xiān ren) il carattere 人 (rén) compare due volte, una prima in forma ridotta nel carattere 仙 ed una seconda in maniera esplicita, quasi a voler rimarcare che questo essere immortale, pur essendo vicino alla divinità, conserva ancora caratteri umani.

Il significato di immortalità

Prima di proseguire, riteniamo interessante offrire al lettore uno spunto di riflessione sul significato del termine “Immortale”, che riteniamo possa essere considerato sia dal punto meramente fisico che da quello più ampiamente analogico.

Quello dell'immortalità è un concetto che va ben aldilà del concetto di sopravvivenza del corpo fisico e può ben essere visto anche come il permanere dell'esempio morale e della memoria delle opere compiute in vita, come ben espresso – ad esempio – nel carme de “I Sepolcri” di Ugo Foscolo.

In questo caso, una vita condotta seguendo i principi di onestà e rettitudine e spesa operando per il bene del prossimo, spesso perseguito curando tanto i corpi che gli spiriti, rendevano questi eremiti degli esempi da indicare ai posteri, facendoli così vivere nella memoria delle generazioni successive, come avviene – citando due esempi per tutti – per Wong Tai Sin in Oriente e per San Ciro di Alessandria in Occidente.

Concludiamo questa digressione, lunga ma necessaria, rimarcando un'altra analogia tra Oriente ed Occidente, ovvero la ascesa al Cielo dell'Immortale, attuata prima fisicamente, trascorrendo lunghi anni di pratica sulla cima di una montagna, e poi spiritualmente, con una sorta di assunzione in una realtà più sottile, come nei racconti biblici relativi al patriarca Enoch e al profeta Elia, sempre citando due esempi per tutti

I livelli della gerarchia

Passiamo quindi all'argomento di questo articolo, evidenziando che i limiti di spazio non ci consentono una analisi accademica, obbligandoci quindi ad una panoramica superficiale ma – ci auguriamo – esaustiva.

Sulla base dei testi e delle tradizioni più  diffuse, possiamo affermare che gli Immortali taoisti sono suddivisi una gerarchia che prevede cinque gradi, vale a dire Immortali terrestri (di xian地仙), Immortali umani (ren xian人仙), Immortali fantasma (gui xian鬼仙), Immortali celesti (tian xian天仙), Immortali spirituali (shen xian神仙).

E’ bene chiarire che, sebbene il termine “gerarchia” presenti il significato di una sorta di scala di importanza, in questo caso sarebbe più opportuno considerarla come una mera suddivisione in base alle specifiche qualità dei soggetti considerati, in cui non c’è necessariamente da individuare quale livello sia “migliore” (termine volutamente tra virgolette) dell’altro.

Come già visto al paragrafo precedente, interessanti spunti di riflessione ci vengono dal carattere ideogrammatico che definisce il grado dell'immortale, e dal relativo significato. Anche in questo caso, i limiti di spazio concessoci non consentono analisi troppo approfondite, ci limitiamo quindi a fornire una traduzione corredata da una breve nota esplicativa di ciascun carattere.

Immortali terrestri 

Il primo livello è quello degli Immortali terrestri (dì xian地仙) e questa condizione potrebbe apparire in contraddizione con quanto detto in precedenza. Nella rappresentazione pittografica dell’immortale come uomo che sale su una montagna abbiamo un Uomo che prende le distanze dalla Terra (materialmente e idealmente) per avvicinarsi al Cielo e qui  vediamo invece confermato il riferimento alla Terra? Come mai?

Ancora una volta, l'analisi del carattere aggettivo può esserci utile, e scopriremo così che 地 ha diversi significati, di fatto tutti riferiti alla terra, intesa come pianeta, come campo da coltivare, come superficie d’appoggio, come entità geografica. Nell’analizzare questo carattere, appaiono evidenti le relazioni con il tibetano གཞི  (gzhi) con il significato di “terra”, il birmano မ္လိယ် (ma.liy) che è all’origine del မြေ (mre) sempre con il significato di terra, inteso sia come pianeta che come elemento fisico. 

Il carattere cinese è, anche in questo caso, un composto fono-semantico di土e 也; il primo (tǔ) è un pittogramma che esprime appunto il significato di “terra” e sebbene la prima immagine che ci potrebbe venire in mente sia quella di un uomo con le braccia aperte (rappresentato dalla croce superiore) poggiato con i piedi al suolo (rappresentato dalla linea orizzontale inferiore). 

L’origine del pittogramma ci svela invece che questo deriva dalla immagine di un pezzo di argilla posto su un tornio per essere modellato da un vasaio, come ancora oggi avviene nelle botteghe degli artigiani ceramisti. L’idea è quindi quella di un uomo che, grazie alla sua abilità, alla sua forza e al suo ingegno opera una trasformazione di massa informe, sfruttandone al meglio le sue qualità materiali (e non solo…).

La seconda parte del carattere è 也 (yě) ed ha una origine incerta; la sua forma antica riportata nel Shuowen Jiezi (antico dizionario cinese compilato da Xu Shen durante la dinastia Han orientale) spiega che il carattere è un pittogramma che rappresenta i genitali femminili, una altra ipotesi lo vede invece come il pittogramma di un antico imbuto o lavabo. Potrebbe essere una prima forma di 匜 che in passato era usato in maniera intercambiabile con 它(che nella sua forma originale rappresentava un serpente) e potrebbe essere nato come semplificazione. Una altra ipotesi si rifà a delle iscrizioni in bronzo dove sembra essere una bocca (口) da cui scende una linea curva a rappresentare l'aria che esce dalla bocca, mentre una ulteriore ipotesi lo vede come uno scorpione dalla testa grande con le gambe appiattite per significare qualcosa di molto "piatto" o "allungato".

Nell’uso attuale, questo carattere è impiegato per enfatizzare il concetto espresso dal carattere a cui si accoppia, e quindi nel nostro caso possiamo immaginarlo come un modo per rimarcare l’idea di creare e raffinare la terra grezza. Una breve nota la dedichiamo allora alle possibili origini del carattere riportate al paragrafo precedente, risultando evidenti le potenzialità creatrici tanto dell’apparato genitale femminile (ricordiamo, uno per tutti, il modo di dire “madre terra”), il potere “creatrice” della parola (come raccontato nel Genesi biblico) e del soffio divino (che sempre nel Genesi insuffla la vita in Adamo).

Gli Immortali terrestri sono quindi coloro che giungono a questo livello grazie alla loro esperienza nella alchimia esterna, applicata al mondo fisico, con la preparazione di pozioni a base di erbe e minerali come il cinabro, unite a pratiche ginniche di Qi Gong, corretta alimentazione e respirazione.

Ribadendo la cautela nel formulare improvvide classifiche e graduatorie, possiamo però affermare che gli Immortali terrestri sono di un livello inferiore rispetto a quelli che analizzeremo in seguito; hanno ancora un corpo fisico e pur avendo ottenuto alcuni traguardi fondamentali per elevarsi dalla condizione meramente umana non hanno ancora raggiunto il Tao, poiché la condizione è stata raggiunta – potremmo dire – meccanicamente e non ancora intimamente. 

La condizione di Immortale terrestre comporta certamente il possesso di alcune doti e la capacità di non essere del tutto soggetto alle leggi di natura, percui un Immortale terrestre può muoversi liberamente nello spazio percorrendo grandi distanze in brevissimo tempo, può trasformarsi in oggetti o animali, vaporizzarsi e scomparire, sino a lasciare temporaneamente il corpo, o vivere per centinaia di anni. Nel canone taoista dello "Zhuangzi" viene descritta una persona reale che può entrare nell'acqua senza bagnarsi, entrare nel fuoco senza bruciarsi, correre come cavalli, volare librandosi nell’aria e vivere quanto il cielo e la terra. 
Leggiamo anche nel terzo volume delle "Note Yongxu" di Xue Fucheng della dinastia Qing: "Secondo la leggenda, durante la dinastia Jin orientale, Ge Hong andò a raffinare gli elisir per l'immortalità sul monte Luofu. Un taoista raccolse gli elisir rimasti nel calderone e li inghiottì, diventando un Immortale terreno. Indossava sempre i suoi capelli e il suo mantello e viaggiava sulle montagne.”

Come detto quindi, nelle pratiche Taoiste svolte dagli eremiti aveva una grande importanza la alchimia, volta – come in Occidente – alla ricerca dell'elisir che avrebbe concesso una lunga vita. Non è questo il luogo più adatto per approfondire questo concetto, basti dire che molti dei Classici della Medicina Cinese, come il Huangdi Neijing (“Libro Interno dell'Imperatore Giallo”) oppure il più recente Trattato di Alchimia e fisiologia taoista di Chao Pi Ch’en dedicano ampio spazio proprio a queste pratiche, il cui eco ritroviamo anche in diversi esercizi di Qi Gong e in alcune forme di Tai Chi Chuan e Pakua Chang, come nel caso di Tan Pin, usualmente tradotto come “Frusta semplice” ma anche come “Cercare la Pillola della Immortalità”, a testimoniare dell'aspetto Wen legato al benessere di queste pratiche più spesso conosciute solo per il loro aspetto Wu marziale.

Quanto questa ricerca abbia avuto successo non sta a noi dirlo; a molti di questi praticanti, anche in tempi abbastanza recenti, è stata attribuita una vita plurisecolare, anche se – ovviamente – il confine tra verità e leggenda è assai labile e sfumato e la possibilità che si tratti di omonimie o attribuzioni postume è ben presente.

Immortali umani

Il secondo livello è quello degli Immortali umani (ren xian -人仙), dove il livello gerarchico è indicato dal carattere 人 (uomo, persona, gente) che è un pittogramma rappresentante un uomo visto lateralmente, enfatizzando le braccia e le gambe. Si tratta dello stesso carattere che -  in forma più sintetica – troviamo nel secondo ideogramma per indicare la qualità di Immortale. 

Come è facile intuire, questo livello è ancora vicino al livello umano, distaccato ma non ancora troppo distante dalle passioni e dai limiti terreni; è l’inizio dell'ascesa, quello in cui ancora la natura umana è appena superata ma ancora, per certi aspetti, presente.

L'Immortale Terrestre  ottiene la sua qualità dalla alchimia esterna, mentre un Immortale Umano diventa tale grazie alla pratica dall'alchimia interna, compresa la pratica di adeguati Nei Gong. Possiamo dire che gli Immortali terrestri si impegnano in pratiche fisiche e curano la conservazione del corpo attraverso pratiche fisiche e facendo affidamento su integratori esterni come medicina, alimentazione e pratiche terapeutiche mentre l'Immortale umano coltiva l'interno attraverso la quiete, la tranquillità e la coltivazione della quiescenza, impegnandosi nella corretta respirazione e nelle pratiche di stimolazione, raccolta, conservazione e distribuzione dei Tre Tesori costituiti da  Jing, Qi e Shen, impegnandosi nella raccolta dello Yang per tonificare lo Yin e nella la raccolta dello Yin per tonificare lo Yang. 

Come è facile immaginare, la distinzione tra Immortale terrestre e Immortale umano è abbastanza labile e quasi indefinita, poiché entrambi hanno in comune l’obbiettivo di superare la condizione umana e la salvaguardia dell’essenza, seppure attraverso mezzi e pratiche differenti. Va ancora notato che anche l’Immortale umano ricorre molto spesso anche a pratiche di alchimia esterna per conseguire la longevità fisica e per regolare il funzionamento degli organi interni, così come spesso la pratica della alchimia esterna non sarebbe possibile se l’adepto non possedesse – quantomeno in nuce – le qualità dell’Immortale umano.

In questa ottica è anche opportuno considerare che Immortale umano o uno terrestre possiede un corpo e attraverso la conoscenza e la esecuzione delle giuste pratiche è per loro possibile ascendere al Cielo. Chi voglia seguire il loro percorso dovrebbe quindi osservare il lignaggio dei Maestri che questi Immortali hanno avuto e in cosa consistono esattamente le loro tecniche, poiché ogni livello ha il proprio insieme di metodi pertinenti che forniranno determinati strumenti o risultati.

Senza voler peccare in inopportuni sincretismi, ma tenendo presente le mutue influenze che nei secoli le varie filosofie hanno esercitato le une con le altre, l'immagine che ci sovviene nel pensare all’ Immortale umano è anche quella del Bodhisattva buddista, ovvero colui che pur avendo acquisito le qualità sufficienti per accedere al Nirvana spirituale, sceglie di tornare sulla terra per operare al fine della salvezza di tutti gli esseri viventi. Possiamo altresì vedere questo livello come una sorta di doppio speculare a quello dell'Immortale celeste (tian xian天仙); tanto quello, pur essendo ancora con i piedi per Terra è rivolto al Cielo, tanto questo è già completamente in Cielo ma si riflette (nei vari sensi etimologici) sulla Terra.

Immortali fantasma

Come è noto, il tre ha una valenza simblica molto importante in molte culture, e quella cinese non fa eccezione. Non solo il Tre Tesori già citati, o la triade Terra – Uomo – Cielo che ritroveremo anche parlando di Immortali e che troviamo rappresentata sotto molti aspetti a partire da quello più noto a praticanti del Tai Chi Chuan del vecchio stile Fu, ovvero la tripartizione della forma 88, ma anche come un aspetto che non contraddice ma completa quello bipolare rappresentato dallo Yin/Yang.

Da questo punto di vista, gli Immortali fantasma (gui xian鬼仙) sono il completamento dei primi due già esaminati e possiamo dire che, mentre Immortali Terrestri e Immortali umani giungono alla loro condizione attraverso un atto di volontà perseguendo un obbiettivo desiderato, gli  Immortali fantasma rappresentano piuttosto una condizione negativa e che si vorrebbe evitare.

Anche in questo caso, una prima analisi del carattere  鬼 (guǐ) ci fornisce interessanti spunti di riflessione, potendosi tradurre non solo come fantasma o spettro, ma anche come demone, terribile, dannato, intelligente o malignamente astuto, affetto da un vizio o dipendenza. L’origine del carattere è, anche in questo caso, poco chiara ma si ritiene che sia un pittogramma che rappresenta un uomo o una figura con una faccia spaventosa e una coda animalesca, richiamando caratteri come 異 ( yì) ce è un pittogramma che rappresenta un uomo con una maschera ed esprime il significato di “diverso, strano”, mentre il segno in basso a destra (il piccolo厶) rappresenta una coda, al pari del pittogramma 离 (chī) che rappresenta un animale leggendario con la testa in alto e fianchi e coda in basso.

Caratteri similari sono 威 ( wēi) con il significato di “sbigottire, terrorizzare” e 歸 (guī) con il significato di “sconfiggere il nemico” e quindi con il senso più ampio di tornare a casa, ma anche sottomettersi, cercare protezione, convergere, tendere verso qualcosa o qualcuno ma anche 詭 (guǐ) con il significato di “ingannare, astuto, furbo, strano, bizzarro, peculiare”.

Il carattere 鬼 (guǐ) quindi, nel caso che ci interessa, rappresenta una entità soprannaturale maligna che – anche in questo caso – ritroviamo in molte società e culture, tanto a Oriente che a Occidente. Dallo spettro che infesta i castelli scozzesi alle ombre che popolavano l’Ade greco-romano, passando per i moderni zombie sino alle “malombre” che evocano lo spirito inquieto di chi, vittima di una morte violenta e ingiusta, vaga sulla terra in cerca di una forse impossibile giustizia.

Gli Immortali fantasma sono quindi esseri disincarnati ma che conservano però le passioni umani peggiori: ira, vendetta, cattiveria, crudeltà. Sono immortali loro malgrado, potremmo dire; vorrebbero cercare una pace che non possono ottenere, condannati a vagare per la eternità nei luoghi che li videro vivi e dove non riescono ad essere morti. E mentre gli Immortali terreni e quelli umani in fondo sono esempi a cui molti tendono, agli immortali fantasma – come è facile immaginare – nessuno vorrebbe essere associato.

Possiamo peraltro dire che in una ipotetica gerarchia qualitativa il grado più basso sarebbe occupato proprio dagli Immortali Fantasma, che di fatto popolano il mondo infero. Seppure questi possano essere in grado di trasformarsi liberamente ed esistere per molto tempo nel mondo terreno, questi non sono riusciti a comprendere i meccanismi necessari alla elevazione dalla loro condizione attraverso l’operazione trasformativa dello Yin e Yang, rimanendo un'unica entità. 

Il loro non vivere nello stesso spazio tridimensionale degli umani e la loro mancanza di consapevolezza dei metodi di coltivazione dello spirito li rende ancora in grado di evolversi in forme spirituali più elevate, ma impiegando molto più tempo nella loro forma attuale di quanto impiegherebbero nella forma umana. Come afferma uno scritto: "Questo è il motivo per cui in questo mondo il corpo umano è la cosa più apprezzata. Da questo corpo umano hai la scelta di decidere cosa diventerai alla fine attraverso la tua coltivazione."

Immortali celesti

Il quarto livello è quello degli Immortali celesti (tian xian天仙), contrassegnati dall'ideogramma 天 (tiān) che rappresenta l'Uomo sottostante al Cielo, rappresentato dalla linea orizzontale superiore. Vale la pena però di notare alcune particolarità, che possono meglio illustrare il significato di questo carattere, a cominciare dalla rappresentazione della figura umana, che nel carattere人 rappresenta un un uomo visto di profilo, mentre nel caso di  天 l’uomo è presentato frontalmente con braccia e gambe aperte, come nel carattere 大 (dà), che esprime anche il concetto di grande, ampio, imponente. Volendo tradurlo in una figura occidentale, potremmo definirlo un semidio, asceso all’Olimpo divino ma in cui ancora possiamo scorgere l’uomo che fu.

La linea orizzontale superiore rappresenta – come detto – l’orizzonte del cielo, ma in questa ottica possiamo immaginare che rappresenti anche una sorta di segno distintivo, come potrebbe essere una testa particolarmente grande, oppure una aureola luminosa, un copricapo con ampie tese o una fascia che avvolge la fronte. Come ben sappiamo, è spesso difficile e non di rado inutile limitare il campo interpretativo di un ideogramma, che può (e a volte deve) essere interpretato dal lettore anche in base alle sue esperienze e livello culturale, diventando nei fatti un simbolo, oltre che un segno. 

Possiamo quindi immaginare che quella linea orizzontale superiore sia un confine da rispettare, per evitare le sventure della hybris ben rappresentate dalla storia di Icaro; ma possiamo immaginarlo anche come un ostacolo da superare, per accedere ad una realtà “altra”, destinata a colui che abbia doti e volontà di raggiungerla. Ancora, possiamo immaginarlo come il braccio orizzontale di una croce (simbolo archetipico presente di fatto in tutte le culture di tutti i tempi), che va a bilanciare tanto lo sforzo ascensionale che il radicamento terreno... a ciascuno il suo.

Immortali spirituali

Proseguendo, notiamo che il quinto livello è quello degli Immortali spirituali (shen xian神仙) in cui troviamo il  carattere 神 (shén) che  offre diversi significati, tra cui: divinità, anima, spirito, insolito, misterioso, vivace, espressione, fantastico, strabiliante.

Si tratta di un carattere molto comune per indicare l’ambito spirituale ed è composto da due radicali dal valore fono-semantico, ovvero示 (shì), pittogramma che rappresenta un altare sacro ed esprime il concetto di sacro o divino, e申 (shēn) altro pittogramma che dipinge un fulmine che attraversa una nuvola, immaginato – come avviene in molte mitologie – come dimostrazione della potenza divina, tanto creatrice (dal fulmine scaturiva il fuoco) che distruttrice. 

Quindi, se al quarto livello abbiamo un Uomo (inteso come essere umano e non come genere sessuale, ribadiamolo a scanso di miopi polemiche) già asceso al Cielo (la linea orizzontale superiore è a contatto con il pittogramma Uomo) ma ancora legato alla condizione terreste caratterizzata da Tempo, Pesi, e Misure (le braccia aperte in orizzontale), al quinto livello la condizione umana è completamente trascesa e la materialità è sublimata a favore dell'aspetto spirituale.

Siamo ben più che l’”oltre-Uomo” di Nietszche, si tratta qui di un essere completamente disincarnato, oramai completamente distante dai limiti umani, ma è singolare che questo venga espresso da due segni che – sia pure ciascuno in maniera diversa – esprimono l’idea del divino che scende in una ipostasi verso il terreno, in un atto che – come detto - può essere tanto benevolo nello scendere verso l’altare sacro che distruttivo come l’esplodere di un fulmine.

Qualche nota a margine


Terminata una analisi più o meno puntuale - ma non certo esaustiva – dei vari livelli, concediamoci qualche riflessione generale a integrazione di quanto sopra.

La prima cosa che appare evidente è che questa gerarchia esprime come detto un livello – per così dire – qualitativo, se non di merito; quindi – seppure ciascuno giunto ad un diverso grado di perfezione, ciascun Immortale appartiene alla classe di coloro che hanno trasceso – in tutto o in parte - la natura umana.

Va da se quindi, che la prima aspirazione dell'essere umano dovrebbe essere quella di acquisire lo status di Immortale, operando di conseguenza per riuscirci, nell'arco della sua esistenza fisica.

E' utile sottolineare anche che, se è vero che molti immortali sono rappresentati iconograficamente con aspetto umano, è altrettanto vero che non di rado questi mostrano anche attributi quali ali, code, estremità fiammeggianti ed altre caratteristiche sovrumane o divine. A queste si uniscono abilità che l'uomo comune non possiede, come sopravvivere senza cibo o acqua a tempo indefinito, immergersi negli abissi del mare, volare nel cielo, camminare sull'acqua, cavalcare draghi o ammansire bestie feroci e molto altro.

Origini e leggende


Il concetto di immortalità, ma soprattutto le loro qualità e caratteristiche, così come la loro capacità di influire i fenomeni naturali o interagire con animali ed entità soprannaturali collega la origine degli Immortali alle antiche religioni sciamaniche cinesi così come al culto degli antenati.

Come avveniva in altre simili tradizioni, l’uomo si trasfigura in un animale di cui intende assumere le qualità oppure giunge a poter governare gli eventi atmosferici, provocare la pioggia, le tempeste, le nuvole o il vento, come nel caso del Maestro Pino Rosso.

Nel Taoismo gli Immortali si trovano ad un livello intermedio tra l'uomo e gli Dei; hanno aspetto umano ma appartengono ad una realtà trascendente e non sono quindi percepibili con i semplici sensi umani, se non quando decidono che ciò avvenga. 

Anche per questo, solitamente le manifestazioni degli Immortali avvengono in luoghi liminali, dove la realtà fisica incontra altri mondi soprannaturali; non solo templi e santuari quindi, ma anche cimiteri oppure luoghi isolati e distanti dalla realtà quotidiana: montagne, isole, caverne, paludi e in genere luoghi isolati.