Respirare bene, praticare meglio

Praticare con attenzione ci aiuta a correggere la respirazione erratica che non è conforme o non corrisponde alle esigenze del movimento, per cercare di armonizzare il tutto attraverso i principi delle Discipline che pratichiamo.
Respirare è un atto fondamentale per la vita umana, ed ha in se alcune caratteristiche interessanti a cui la maggior parte di noi non fanno caso, ma che lo rendono unico e straordinario.

Prima di tutto la respirazione si svolge tramite due sistemi di controllo (chiamiamoli così, per semplicità). Il primo è conscio e l’altro è inconscio. Questo vuol dire che in alcuni momenti noi possiamo volontariamente variare il ritmo e la ampiezza della nostra respirazione, possiamo inspirare più profondamente o cercare di svuotare i polmoni sino all’ultimo soffio, possiamo ampliare le varie fasi per tranquillizzarci oppure accelerarle per riprenderci da uno sforzo. Alla stessa maniera però noi respiriamo anche se siamo svenuti, se stiamo dormendo o siamo incoscienti; in altre parole, respirare è un atto tanto volontario quanto involontario ed al pari di altre funzioni indispensabili alla nostra vita, non possiamo smettere di farlo con un semplice atto di volontà, non possiamo decidere di smettere di respirare così come non possiamo decidere di smettere di far battere il nostro cuore.

Semplice ma fondamentale

Riassumendo in maniera un poì estrema ma non lontana dal vero, possiamo dire che respirare è il primo atto che facciamo quando veniamo al mondo e l’ultimo che compiamo quando cessiamo di vivere. Tra questi due momenti, migliaia, milioni di respiri, la maggior parte delle volte eseguiti in maniera quasi inconsapevole, non sempre correttamente, a volte non riuscendo a riempire completamente i polmoni

Forse proprio queste sue caratteristiche fanno si che le emozioni vissute in alcuni episodi della nostra vita quotidiana vengano sottolineati dal respiro: in molte pubblicità il protagonista si sveglia in una bella mattina di sole, apre la finestra affacciandosi su un bel panorama montano o su una spiaggia marina, spalanca le braccia e respira profondamente, quasi ad immergersi nella bellezza e nei profumi dell’ambiente che lo circonda. Oppure, un momento di tensione è sottolineato dal trattenere il respiro così come il risolversi della suspance o il passato pericolo è rimarcato da un profondo sospiro di sollievo.

Capita così che tra le prime domande che un principiante chieda dopo aver partecipato ad una pratica di Qi Gong, Tai Chi Chuan o Ba Gua Zhang ci sia proprio come respirare, quando espirare e quando inspirare, quando trattenere il fiato e quando riempire i polmoni. Sembra strano che un atto che noi compiamo ogni giorno migliaia di volte senza prestargli attenzione alcuna diventi poi il focus della nostra attenzione non appena compiamo un gesto diverso dal solito.

Respirare tra relax e tensioni

Come avviene in qualunque attività, quando eseguiamo qualcosa per la prima volta, insicurezza ed indecisione possano causare tensioni più o meno  inconsce nel corpo, tensioni che si traducono – tra gli altri effetti - in una respirazione innaturale e irregolare. 

In una sorta di circolo vizioso, questa respirazione innaturale causa tensione nei muscoli del petto e di conseguenza compressione di cuore, polmoni, diaframma, ecc. ed in aggiunta riscontreremo una certa tensione dei muscoli del corpo, che limiterà le capacità di rilassamento della postura e l’esecuzione di movimenti fluidi e “morbidi”, caratteristica peculiare del  Qi Gong, Tai Chi Chuan o Ba Gua Zhang.

Respirare in maniera irregolare causa inoltre uno scambio scorretto a livello gassoso tra ossigeno ed anidride carbonica con conseguente carenza dell'ossigeno a livello dei tessuti dell'organismo ed aumento della concentrazione di acido lattico nei muscoli, nonché una irregolare o insufficiente distribuzione del Qi e del sangue nell’organismo, che comporta affaticamento prematuro durante la pratica.

Respirare bene, praticare meglio

Come è facile immaginare, quando si eseguono delle azioni fisiche anche leggermente impegnative, una respirazione scoordinata e inefficiente non influisce solo sulle specifiche del movimento, ma anche sulla costanza, sulla resistenza, sulla velocità, sul ritmo e sul tempismo. 

Ovviamente le possibilità variano in base al tipo di azione che si sta svolgendo ed in considerazione che la pratica sia aerobica o meno, ma capita spesso che le persone trattengano il fiato per eseguire una serie di movimenti oppure – al contrario – che arrivino al culmine dell’azione con i polmoni completamente vuoti.

Un ritmo respiratorio scorretto è causa ed effetto di tensioni fisiche, e così, questa condizione di stress può essere associata a situazioni più o meno evidenti come il blocco del Qi nel petto, spalle rigide, torcicollo, gomiti aperti ed altre simili, diverse nella espressione ma accomunate dalla causa.

Queste condizioni, oltre a causare inutili faticose e a volte dolorose tensioni muscolari e blocchi articolari, contraddicono e rendono di fatto impossibile rispettare due dei principali requisiti per la pratica delle Discipline Interne, ovvero una respirazione naturalmente fluida e liscia e una sequenza continua di movimenti armonici.

La ricerca dell’essenziale

Attraverso la pratica, il principiante diventa consapevole della necessità di “fare il non fare”, ovvero  di cercare una condizione di “rilassamento attivo” detto “Song” che consente di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo.

Struttura corporea rilassata, movimenti armonici e coordinati, respirazione uniforme e coordinata con i gesti che si vanno a compiere sono tra le condizioni che esprimono i principi del movimento e consentono una pratica efficace ed efficiente.

Sebbene – come abbiamo detto – respirare sia uno degli atti più “naturali” e spontanei, respirare in maniera adeguata è meno facile di quanto possa sembrare. Nelle Discipline Interne uno dei requisiti fondamentali è che il respiro e i movimenti siano coerenti tra loro, tanto che con la esperienza si può giungere a respirare secondo un ritmo particolare in ogni sequenza di movimenti che andiamo ad eseguire . 

Un problema comune per i praticanti – che avviene spesso quando la mente prende il sopravvento sul corpo - è il tempismo sbagliato di respiro e movimento. Capita così che il respiro finisca prima che l'azione sia completata, oppure che il fiato finisca mentre stiamo ancora nel bel mezzo del movimento. Succede che la inspirazione non sia abbastanza profonda, oppure che l'espirazione sia inadeguata e di conseguenza il respiro e l'azione non riescono ad  essere coordinati e bastano poche azioni di fila per causare respirazione tesa e rapida, strettezza al petto, portando alla fine fiato corto e stanchezza, una condizione che avviene in maniera più evidente in pratiche più impegnative come il Tui Shou e le forme veloci con le armi.

Come spesso accade nelle Discipline Interne, il problema contiene già la soluzione, per cui nel corso della nostra pratica dobbiamo porre particolare attenzione al ritmo respiratorio ed alla sincronia con i movimenti, prestando attenzione ad evitare ritmi incontrollati o fuori ritmo. L’obbiettivo è quello di praticare con attenzione per correggere la respirazione erratica che non è conforme o non corrisponde alle esigenze del movimento e cercare di armonizzare il tutto attraverso i principi delle Discipline che pratichiamo.